“Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale una nave militare italiana è dovuta intervenire in autodifesa contro un attacco nemico”. E’ con queste parole che Bruno Vespa ha annunciato il collegamento, nella trasmissione “Cinque Minuti” su Raiuno, con il capitano Andrea Quondamatteo, comandante sambenedettese del cacciatropediniere Caio Duilio.
Quondamatteo ha spiegato come la nuova minaccia dei droni sia molto insidiosa: “Questi droni non sono pilotati ma radiocomandati o addirittura viaggianti su coordinate gps e sono molto difficili da scoprire. Questa attività ha dimostrato come le artiglierie delle navi della Marina Militare siano in grado di neutralizzare questi bersagli con un numero esiguo di colpi”.
Il militare sambenedettese ha spiegato che si trovavano in pattugliamento nel Mar Rosso meridionale: “E’ un’area ad alto rischio in quanto più mercantili sono stati colpiti o attaccati. Qui si sta cercando di contrastare il tentativo di contrastare una delle principali arterie dei flussi commerciali via mare”.
Cos’è successo con il drone? “Noi abbiamo scoperto un’ecoradar non riconosciuta inizialmente. Una traccia di un oggetto che viaggiava a bassa quota e alta velocità. Per questo abbiamo fatto una serie di chiamate di avvertimento scongiurando che si trattasse di un aereo civile o di un aereo alleato. E nel momento in cui la distanza si è serrata a livello utile per il riconoscimento ottico abbiamo valutato che esistevano tutte le condizioni per reagire per autodifesa. In quel momento la sicurezza dell’equipaggio era repentaglio”.
Quondamatteo ha sottolineato che si è trattato di “un’azione corale di equipaggio”.