ASCOLI PICENO • Il Piceno, per loro, doveva diventare una sorta di presidio dominicano dello spaccio.Servendosi di manovalanza locale, avevano infatti messo in piedi un’organizzazione che riusciva a smerciare ingenti quantitativi di cocaina nella nostra zona. L’organizzazione criminale era composta di 14 persone di nazionalità dominicana, tutti residenti e radicati da tempo nell’ascolano e nel teramano, mentre le restanti 12 erano italiani assoldati per spacciare droga.
Ieri mattina 14 di loro sono comparsi davanti al Gup, Rita De Angelis. La prima udienza del processo è stata fissata al 17 luglio prossimo. Per gli altri dodici erano state precedentemente stralciate le rispettive posizioni. La “gang” è stata disarticolata al termine di una lunga indagine, scattata nel 2008, condotta dagli agenti dell’antidroga della squadra mobile della questura di Ascoli. A carico dei dominicani era stato ipotizza il reato di importazione e spaccio di cocaina che veniva fatta arrivare dallo stato caraibico per poi essere immessa, servendosi di pusher locali, nelle zone dell’ascolano e del teramano.
Il boss cui tutti facevano riferimento era Jorge Antonio Gutierrez ( ancora latitante, assistito dall’avvocato Umberto Gramenzi) che risedeva a Castel di Lama. Gli investigatori, venuti a conoscenza del traffico illecito, avevano piazzato nell’appartamento di Gutierrez una telecamera dalle cui immagini si evidenziava la lavorazione e parcellizzazione in dosi di sostanze di cocaina. Veniva altresì registrata una telefonata in cui Gutierrez informava il fratelli di aver diviso la droga in bustine. Veniva rilevato in una delle diverse circostanze la cessione da parte di Gutierrez di 200 grammi di cocaina a due suoi connazionali. Ai pusher ascolani e sambenedettesi, in concorso tra loro, l’accusa era di aver ceduto quantitativi di cocaina a giovani residenti nelle due zone.