SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Parlano di grave emergenza abitativa i residenti del Ponterotto che tornano a sollevare la voce contro la “persistente situazione di disagio che si sta intensificando attorno alla sede della Caritas in via Madonna della Pietà”. I residenti, in particolare coloro che abitano nelle immediate vicinanze della struttura, sono costantemente testimoni di un panorama che non faticano a definire “inquietante” ed è legato ad un gran numero di persone che non trova posti per dormire e trascorre giornate e nottate nella piazza retrostante e nei luoghi adiacenti, incluso il vicino Fossato dell’Albula dove c’è chi dorme in tenda sotto uno dei ponti che sovrastano il letto del torrente.
“Materassi a terra, persone che dormono sulle panchine, e persino tende disposte lungo gli sterrati vicini alla strada” denunciano. “Qui il problema è serio ed è evidente eppure sembra che non voglia vederlo nessuno”.
Un problema legato alla povertà ma per qualcuno anche al fattore sicurezza. I residenti ricordano gli episodi avvenuti in passato e che hanno costretto all’intervento, in più occasioni, le forze dell’ordine. “Eppure non è cambiato nulla. Qui c’è uno stato di anarchia che non solo persiste ma sembra addirittura aggravarsi. Ognuno fa quello che vuole. C’è pure chi dorme dietro le cabine del metano. Nonostante le ripetute segnalazioni e gli incontri con l’amministrazione comunale, la situazione non sembra aver subito miglioramenti tangibili”.
L’allarme
Le preoccupazioni dei residenti vengono accentuate dalla memoria dei precedenti episodi di cronaca che hanno scosso queste stesse zone. Anche le forze dell’ordine hanno attestato la gravità della situazione riferendo alcuni eclatanti casi come quello di un uomo che circolava con una mannaia tra via Manara e via Madonna della Pietà. “Sono disperati, persone che non hanno niente da perdere. Vengono qui per cercare riparo e si ritrovano a dormire in strada. E non sembrano essere state intraprese azioni decisive per risolvere il problema alla radice”.
Le immagini che i cittadini della zona condividono raccontano una storia di abbandono e degrado. “Qui si va oltre la mera espressione di disagio sociale per trasformarsi in una crisi sotto più punti di vista”.
