Il ciclismo è in lutto per la scomparsa del mitico Pietro Roscioli, affettuosamente soprannominato “il Kobram”, grande corridore, pioniere del ciclismo nella Riviera delle Palme e non solo, e padre dell’ex ciclista professionista Fabio Roscioli. Uomo d’altri tempi, conosciuto e stimato per la sua profonda onestà, per l’educazione e per la sua dedizione al mondo delle due ruote, come dimostrano i tanti attestati di cordoglio e di stima che continuano ad avvicendarsi in questi giorni, tra cui quello del Comitato provinciale di Ascoli Piceno della Federazione Ciclistica Italiana presieduto da Marco Lelli («Ti vogliamo ricordare così, con l’immancabile grinta che avevi quando andavi in bicicletta. Come quando mettevi la tua esperienza al servizio del nostro comitato, parlando di ciclismo ai bambini delle scuole») e quello del direttivo del Comitato regionale FCI espresso nella persona del Presidente Lino Secchi.
Numerosi sono i messaggi social postati da chi ha voluto onorare la sua memoria, per tutti si riporta quello di un’amica di famiglia: «Ci sono alcuni che portano una luce così grande nel mondo che anche dopo che se ne sono andati la luce rimane. E tu sarai sempre così per me e per la mia famiglia. Corri Pietro corri nei cieli come hai fatto in terra […]». In molti tra parenti, amici e colleghi del mondo del ciclismo hanno preso parte ai funerali che si sono svolti sabato 2 aprile presso la Chiesa San Pio V di Grottammare, la sua città, per l’ultimo saluto a Pietro, accompagnato anche in questa sua ultima “corsa” dalla sua amata bicicletta condotta in Chiesa dalla figlia Orietta e dai nipoti, dietro al feretro portato a spalla dal figlio Fabio e dai familiari.
Commoventi le parole della figlia al termine della funzione religiosa: «Sei stato un grande Campione nello sport e nella vita. Ci hai insegnato a non mollare mai, che con costanza e tenacia si possono raggiungere anche i traguardi più difficili e che gli ostacoli della vita vanno affrontati con grinta e determinazione, è così che hai sempre reagito dopo ogni caduta, ti sei rialzato ogni volta con grande forza di volontà, tornando in “sella” più forte di prima, pronto a sfidare le vette più alte, ed è quello che hai provato a fare con tutto te stesso anche stavolta, lottando fino alla fine […]». Anche il figlio ha voluto ricordarlo con un emozionante post social: «Ciao Pà pedala forte anche lassù, mi insegnasti a non demordere a stare bene a ruota per non cadere l’efficacia dell’agilità e a non aprire le ginocchia, ti arrabbiavi ed io apprendevo […]».