ASCOLI PICENO. Tre residenti di Montegallo erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di peculato e falsità ideologica.
La presunta accusa riguardava il fatto che avrebbero percepito il contributo di autonoma sistemazione (Cas) senza averne diritto. L’inchiesta era nata da una comparazione dei consumi di energia elettrica nelle abitazioni dei tre proprietari a Montegallo, mettendoli a confronto con quelli di altre abitazioni possedute in altri comuni.
Gli investigatori, a seguito delle indagini, avevano rilevato che nei quattro mesi invernali si era verificata una drastica riduzione dei consumi di energia elettrica nella casa di Montegallo di ciascuno degli indagati.
Questo dato aveva fatto ipotizzare che l’abitazione abituale dei tre fosse un’altra e non quella dichiarata come residenza principale a Montegallo. Di conseguenza, era scattata la denuncia nei confronti dei tre residenti, difesi dall’avvocato Alessandro Angelozzi, con l’accusa di non risiedere effettivamente nelle abitazioni colpite dal terremoto e, pertanto, di non trovarsi nelle condizioni per percepire il contributo di autonoma sistemazione (Cas).
Tuttavia, il procuratore della Repubblica Umberto Monti, analizzando attentamente tutti gli elementi raccolti durante le indagini e considerando le memorie difensive prodotte dagli indagati, ha deciso di chiedere l’archiviazione dei provvedimenti.
Il procuratore ha sostenuto che il fatto di spostarsi per quattro mesi non implicasse automaticamente che la residenza abituale dei tre residenti fosse un’altra. Tale interpretazione è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli, Annalisa Giusti, che ha disposto l’archiviazione del caso.
La decisione del giudice ha rappresentato un importante chiarimento riguardo all’interpretazione delle prove relative ai consumi energetici e alla residenza abituale, sancendo che un temporaneo trasferimento non è sufficiente per giustificare un’accusa di peculato o falsità ideologica in relazione alla percezione del Cas.