SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Chiesa piena per l’addio ad Alessandro Trevisani, il 46enne sambenedettese morto in seguito ad un malattia che, in pochi mesi, lo ha strappato alla vita e all’affetto dei suoi familiari. I funerali, celebrati nella chiesa di San Filippo Neri dal parroco don Gianni Croci, hanno visto una grande partecipazione di persone che si sono strette intorno alla moglie Laura, alle due figlie e ai genitori Milvia e Silvano. A loro si è rivolto anche lo stesso sacerdote, durante l’omelia, cercando di infondere coraggio: “Io non ve lo so spiegare – ha affermato don Gianni rivolgendosi alla moglie, alle figlie e ai genitori di Alessandro – non so come dirlo, ma credo fermamente che c’è qualcosa di più forte della morte che è l’amore”.
Don Gianni Croci ha ricordato la figura del 46enne: “Quando muore una persona così giovane il dolore è incontenibile e straziante – ha spiegato -. Come accettare la scomparsa di un marito con il quale si sarebbero potuti condividere ancora tanti anni, come accettare la morte di un papà attento e premuroso con il quale si poteva crescere, o accettare la morte di un figlio nell’età in cui si ha più bisogno di essere accompagnati? Una morte ancora più difficile da accettare perché parliamo di una persona sempre aperta agli altri, capace di stringere legami, sorridente, disponibile,. E a volte nemmeno la fede sembra sostenerci”. Ma le risposte don Gianni le trova nal passo del vangelo letto durante la celebrazione (la resurrezione di Lazzaro ndr). A stringersi intorno ai familiari di Alessandro, e in particolare alla zia Benedetta Trevisani, è stato anche il Circolo dei Sambenedettesi.