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Cgil: “Nelle Marche oltre 3700 migranti”

nei centri di accoglienza sono 2.447 e 1.319 sono presenti nei centri SAI. La percentuale di migranti in accoglienza su base regionale è pari solo al 3% del totale dei presenti sul territorio nazionale
Pubblicato il 20 Giugno 2023

Si celebra oggi la Giornata Internazionale del Rifugiato. Nelle Marche sono presenti nei centri di accoglienza 2.447 migranti e 1.319 sono presenti nei centri SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), per un totale di 3.766 persone (dati aggiornati al 15 giugno 2023 del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione). La percentuale di migranti in accoglienza su base regionale è pari solo al 3% del totale dei presenti sul territorio nazionale.

A fornire i numeri è la Cgil: “Bisogna aprire canali sicuri e legali di ingresso in Europa e istituire quanto prima una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, per evitare il ripetersi di simili stragi che si susseguono, in una clima di indifferenza crescente. L’Italia non è solo la porta d’entrata dell’Europa per chi vive dall’altra sponda del Mediterraneo. l’Italia è parte della regione del Mediterraneo e dovrebbe praticare politiche di integrazione e coesione, sostenere i processi di democratizzazione e di promozione dei diritti universali anziché continuare con la politica di militarizzazione delle frontiere europee sulla pelle dei migranti. Una logica cinica ed inapplicabile, in piena violazione dei diritti umani e del sistema europeo di asilo. Basta parlare di tragedie, sono stragi frutto di decisioni e precise responsabilità politiche. Le emozioni passano sempre più velocemente, e noi abbiamo la responsabilità morale, culturale e sociale di praticare una vera accoglienza – commenta Rossella Marinucci, segreteria regionale Cgil Marche – .Come regione, possiamo e dobbiamo fare di più. Abbiamo invano richiesto più volte alla Regione Marche di promuovere un tavolo permanente di confronto e collaborazione fra soggetti istituzionali e sociali, organizzazioni sindacali e associazioni che si occupano di accoglienza, ma si sceglie in modo inaccettabile di agire solo sulle emergenze ed esclusivamente in termini di sicurezza”.