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Ascoli, folla e commozione per l’addio a Carlo Mazzone: “Siamo una grande famiglia che riconosce in lui un padre”

Presenti persone comuni e volti conosciuti che hanno incrociato il grande mister nella loro carriera, come Serse Cosmi, che raccolse il testimone da allenatore del Perugia, Alessandro Calori, Giovanni Galli e Walter Novellino
Pubblicato il 21 Agosto 2023

ASCOLI PICENO. L’Italia saluta Carlo Mazzone. Tanti i presenti che hanno raggiunto la chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno per i funerali del grande allenatore, scomparso sabato all’età di 86 anni.

Persone comuni e volti conosciuti che hanno incrociato il grande mister nella loro carriera, come Serse Cosmi, che raccolse il testimone da allenatore del Perugia, Vincent Candela, Gianluca Pagliuca, Alessandro Calori, Giovanni Galli e Walter Novellino.

Il feretro è arrivato nella chiesa poco dopo le 16. Ad accoglierlo il sindaco Marco Fioravanti, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e il sottosegretario all’economia Lucia Albano.

Immancabile la delegazione dell’Ascoli Calcio, capitanata da mister William Viali.

Su richiesta della famiglia le persone presenti sono state pregate di non utilizzare smartphone per foto e immagini, a eccezione degli autorizzati.

“Qui ci sentiamo una famiglia che riconosce in Carlo un padre”, sono state le prime parole del Vescovo di Ascoli, Gianpiero Palmieri. “E’ bello e doloroso salutare i padri, lo facciamo coni cuori pieni di riconoscenza e gratitudine al Signore. Mettiamo Carlo nelle mani di Dio”.

“Carlo ci ha messo tutti insieme, tutti con gli occhi lucidi”, ha affermato il parroco don Andrea Tanchi nel corso dell’omelia. “Ha unito la politica, il tifo, la comunità. Sono state dette cose bellissime su di lui, era un educatore. Era una persona con la ‘p’ maiuscola. Nonostante il suo girare, la domenica sera tornava a casa, dalla famiglia ad Ascoli. Era una persona innamorata”.

Commosso il pensiero di Fioravanti: “Carlo Mazzone da Ascoli non se ne andrà mai, la sua storia e quella della città si intrecciano in maniera indissolubile. Con Rozzi ha fatto grande la storia dell’Ascoli diventandone una bandiera. Carlo arrivò ad Ascoli nel 1962, era un mondo diverso, una vita diversa. Piangiamo assieme la sua perdita, ma non possiamo non celebrare con forza l’eredità che lascia dietro di sé. Ci ha fatto amare lo sport, le vittorie, le sconfitte, le sfide, sempre col sorriso e la battuta pronta. Carlo continuerà ad essere per sempre qui, non ci lascerà mai, sarà nostro compito mantenere viva la sua memoria”.

Centinaia di persone hanno assistito ai funerali all’esterno della chiesa, dove è stato installato un maxischermo.