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Arrestati in India, la situazione rischia di peggiorare: “Volevano fare la stessa cosa a Mumbai”

Secondo la stampa indiana il gruppo era penetrato in un deposito della popolosa città ma era poi stato messo in fuga dai vigilantes
Pubblicato il 6 Ottobre 2022

Rischia di aggravarsi la situazione dei quattro ragazzi arrestati in India per aver imbrattato due vagoni della metropolitana che erano pronti per essere inaugurati nientemeno che dal premier Narendra Modi. Si perché secondo la stampa indiana a carico del ventinovenne anconetano Sacha Baldo, del grottammarese di 27 anni Paolo Capecci, del tortoretano 24enne Gianluca Cudini e del pescarese Daniele Stranieri, 21 anni, ci sarebbe anche un altro raid simile a quello che è costato loro l’arresto la scorsa settimana.

Questo ulteriore raid risalirebbe al 26 settembre a Mumbai e rischierebbe di complicare tutta la situazione perché, a questo punto, i quattro finirebbero definitivamente nel mirino della polizia indiana che vuole capire se il gruppo abruzzese-marchigiano finito in carcere faccia parte di una rete internazionale di writers che sta prendendo di mira proprio l’India lanciando una serie di messaggi in codice.

Situazione che rischia di complicarsi proprio all’indomani dall’udienza che aveva “alleggerito” la posizione dei ragazzi. Nelle ultime ore infatti, quando gli inquirenti indiani avevano capito che non si era trattato di un atto pseudo terroristico, tutto sembrava essersi risolto con la condanna a risarcire i poco più di 600 euro di danni subiti dai vagoni. Ora però, stando alla stampa indiana, arriva questa ulteriore accusa.

Martedì infatti, secondo quanto riporta il quotidiano The Indian Express, la polizia di Mumbai avrebbe formalizzato un ulteriore provvedimento di arresto. L’accusa parla di un altro raid vandalico avvenuto nella notte tra il  25 e il 26 settembre nel deposito della metropolitana di Mumbai (22 milioni di abitanti e città più densamente popolata del mondo) per imbrattare i vagoni. In quel caso però l’atto non sarebbe andato a buon fine dal momento che sono arrivati dei vigilantes che hanno messo in fuga il gruppo. Tra l’altro, a quanto si apprende, le telecamere avrebbero immortalato quattro persone vestite di nero e non ci sarebbero prove certe che quei soggetti fossero i quattro italiani arrestati ad Ahmedabad.

Subito dopo l’arresto era inoltre stata diffusa la notizia che i quattro sono sospettati di aver compiuto un altro atto nel Kerala. La vicenda risale a diversi mesi or sono quando sui vagoni della metro comparvero scritte identiche a quelle per le quali sono stati arrestati la scorsa settimana.