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Aggressione a manganellate a Monteprandone, quattro arresti

La vittima è un ventottenne attirato sul posto da uno dei fermati con il quale aveva avuto una relazione affettiva
Pubblicato il 23 Maggio 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Nelle prime ore di oggi i Carabinieri della Compagnia di San Benedetto del Tronto, al termine di una complessa attività investigativa, hanno eseguito quattro misure cautelari detentive emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ascoli Piceno. L’indagine, condotta dai militari della stazione di Monteprandone e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, è scaturita da una violenta aggressione avvenuta lo scorso aprile a Centobuchi, una frazione del comune di Monteprandone.

La vittima, un 28enne di origini albanesi, era stata attirata con un inganno sul luogo dell’agguato, orchestrato da una delle persone attualmente indagate, con la quale aveva avuto una relazione affettiva. Al suo arrivo, altri due complici nascosti lo avevano aggredito con un manganello, mentre una quarta persona aveva garantito la fuga del gruppo con la propria auto. A seguito dell’aggressione iniziale, il giovane aveva subito ulteriori intimidazioni e minacce per impedirgli di denunciare l’accaduto, tanto che uno degli aggressori si era persino appostato davanti alla caserma dei Carabinieri.

Nonostante il clima di terrore, la vittima, pur non presentando una querela formale, aveva fornito agli investigatori una ricostruzione preliminare dei fatti. Le indagini, supportate da riscontri tecnici, testimonianze e osservazioni, hanno permesso alla Procura di Ascoli Piceno di richiedere l’emissione delle misure cautelari.

Due degli arrestati, considerati maggiormente responsabili, sono stati condotti al carcere di Marino del Tronto, mentre gli altri due sono stati posti agli arresti domiciliari. Durante le perquisizioni, sono state rinvenute ulteriori armi, alcune delle quali analoghe a quelle utilizzate nell’aggressione.

Nei prossimi giorni, gli indagati avranno la possibilità di fornire la loro versione dei fatti durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le Indagini Preliminari. Le autorità continuano a indagare per chiarire ulteriormente il movente dell’agguato.

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