SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dal governo e, da un’ordinanza comunale, potrebbero arrivare rigide e severe sanzioni nei confronti di chi compra merca contraffatta o venduta in spiaggia in maniera abusiva. Lo fanno sapere dal corpo dei vigili urbani di San Benedetto che, negli ultimi giorni, hanno effettuato sequestri e blitz a raffica sia sul bagnasciuga nella giornata di domenica che in centro nella serata di sabato.
Un fenomeno che però non sembra fermarsi a colpi di blitz. Il motivo? Finché ci sarà domanda sarà davvero difficile rallentare l’offerta. Ecco allora che la normativa, finora poco chiara sul ruolo degli acquirenti che rischierebbero sanzioni in caso di acquisto, potrebbe essere rafforzata a livello nazionale da una direttiva del Viminale e, a livello locale, da un’ordinanza proveniente dal Comune di San Benedetto. Ed è proprio il municipio che potrebbe svolgere il ruolo di attore principale in tal senso.
«Stiamo studiando – spiega il capitano Giuseppe Brutti, della polizia locale di San Benedetto – come stanno andando le cose a Cervia e nella vicina Martinsicuro dove sono stati i comuni a firmare delle ordinanze con il divieto di acquisto di merce contraffatta o venduta in maniera abusiva. Sulla base degli effetti di quei dispositivi nei due comuni sarà valutata, anche in città, la possibilità di proporre alla Prefettura una simile ordinanza anche per quanto riguarda San Benedetto».
Attualmente in Riviera controlli e sanzioni vengono applicati esclusivamente ai venditori dal momento che la normativa attuale su chi acquista non avrebbe dei parametri chiari. «Per il momento – spiega il capitano – andiamo avanti con la solita tipologia di controlli». A tutto ciò dovrebbe aggiungersi la direttiva che dovrebbe essere emanata, nei prossimi giorni dal Viminale, come annunciato nei giorni scorsi da Matteo Salvini, che prevede multe fino a 7mila euro per chi viene sorpreso ad acquistare merce dai vu cumprà. Una normativa che è stata ribattezzata il “piano spiaggia” del ministro che prevede multe a chi acquista dai venditori ambulanti capi falsi, ma anche chi paga per ottenere un massaggio o un tatuaggio praticato sotto l’ombrellone.