Il sambenedettese Marcello Piccinini è uno dei batteristi più conosciuti in Italia. Per dirne una, lo scorso Sanremo avete avuto modo di vederlo al fianco di Dardust in una fantastica performance alle percussioni. Per arrivare dov’è arrivato ha dovuto studiare non poco e una delle scuole che ha frequentato si trova a New York. Lui era lì nel 2001. Vent’anni dopo ricorda, come è facile immaginare, tutta quella drammatica giornata che ha cambiato la storia del mondo. “Sono passati 20 annni – spiega – ma ricordo tutto come fosse successo ieri. Quel giorno, come ogni mattina, ero appena partito da Brooklyn diretto verso la Union Square di Manhattan dove si trovava la mia scuola di musica, batteria, per la precisione”.
Era in metropolitana quando il primo aereo si è schiantato. “Nel vagono sono iniziate a circolare le prime voci che parlavano di un incendio alle Twin Towers e così, arrivati alla fermata successiva, scendemmo di corsa e volgemmo lo sguardo verso le torri; effettivamente un pennacchio di fumo era già visibile ma ricordo che dopo una prima esitazione il pensiero fu banalmente “siamo in America, di certo risolveranno presto la situazione, non può essere nulla di grave…”, e mi avviai verso la scuola”.
“Una volta lì capii che anche tutti gli altri erano nell’incertezza; arrivò subito un comunicato che ci intimava di non uscire per nessun motivo dalla scuola ma solo verso mezzogiorno riuscimmo a sapere dai telegiornali cosa stesse realmente accadendo. Subito dopo il crollo delle torri ricordo il finimondo per le strade, scene surreali di una marea di gente che si muoveva. Ricordo la mobilitazione delle persone, l’attivazione di ogni singolo newyorchese, che accorreva, che voleva aiutare. La nostra scuola decise di rimanere aperta anche la notte per dare riparo a chi veniva da fuori Manhattan ma io decisi di tornare a Brooklyn. Ovviamente non c’erano mezzi disponibili e così, dopo svariate ore di cammino, riuscii a rincasare. La prima cosa che feci fu quella di inviare una email alla mia famiglia – la rivoluzione di internet era appena iniziata – per rassicurarla”.
Per giorni quella nera nube di fumo aleggiò per le strade di New York, accompagnando tutta la rabbia e la tristezza di un popolo ferito a morte. “Un popolo che però non voleva cedere a nessun costo ed era disposto a tutto pur di andare avanti”.