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Fermana – Samb vietata ai tifosi rossoblu, Massi sbotta: «Allora non porto la squadra»

Il divieto dovrebbe riguardare i residenti nella provincia di Ascoli, possibile estensione anche al Maceratese. La rabbia del presidente rossoblù: «Sto cercando di riportare le famiglie allo stadio. Ma così come si fa?»
Pubblicato il 16 Aprile 2025



di Davide Balestra

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il clima si fa pesante attorno alla partita tra Fermana e Sambenedettese, in programma domenica 27 aprile. Dopo una riunione svoltasi nelle ultime ore, si va verso l’ufficializzazione del divieto di trasferta per i tifosi rossoblù residenti nella provincia di Ascoli Piceno.

Ma non finisce qui: non si esclude, infatti, che la restrizione possa essere ampliata anche alla provincia di Macerata, a causa della storica amicizia tra i sostenitori della Sambenedettese e quelli della Civitanovese.

Una decisione che ha scatenato la rabbia del presidente della Samb, Vittorio Massi, che ha espresso tutto il suo dissenso in merito alla gestione della situazione. Per lui, si tratterebbe della settima partita della Sambenedettese in questo campionato condizionata dal divieto di trasferta.

«Facciamo questo mestiere, i calciatori giocano. Gli stadi sono costruiti per fare vedere le partite. Portiamo dietro un popolo, volete dimostrare che siamo dei delinquenti? Dei criminali? Non serve a nulla che io cerchi di portare le famiglie allo stadio? Ci sono 200/300/1000 ragazzi che vogliono andare a vedere la squadra che ha già vinto. Va a festeggiare, porta i colori rossoblù. Non esiste tutto ciò, così si fa esasperare la gente», ha dichiarato Massi in maniera accorata.

Il presidente ha poi rincarato la dose: «La settima trasferta vietata. Qual è il problema? Non siamo delinquenti, siamo gente che festeggia. Che cosa è successo l’altro giorno in piazza? Nulla. Tutto questo è brutto, una squadra che è andata in C non può festeggiare. I fermani sono venuti allo stadio, noi non possiamo andare».

Infine, Massi ha lanciato un messaggio diretto e provocatorio alle autorità: «Se pensate che i miei tifosi sono pericolosi, io non porto la mia squadra».

Il provvedimento, se confermato, rischia di generare ulteriori polemiche in un finale di stagione già teso dal punto di vista del tifo organizzato. Resta ora da capire se la misura sarà definitiva o potrà essere parzialmente rivista nelle prossime ore.