ASCOLI PICENO. Nel corso dei primi nove mesi del 2024, il quadro della sicurezza sul lavoro nella provincia di Ascoli Piceno riflette tendenze complesse.
Se da una parte le denunce di infortunio sono calate del 2,9%, passando da 1.687 a 1.638 casi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dall’altra, il numero delle malattie professionali continua a crescere, con un aumento dell’8,3% (da 579 a 627). La provincia registra inoltre un singolo caso di decesso legato al lavoro, evidenziando una situazione comunque preoccupante.
Come sottolinea Guido Bianchini, membro del Comitato Nazionale UIL Cocopro INAIL, “il calo degli infortuni registrati dipende da più fattori: più attenzione, maggiore consapevolezza, più formazione e addestramento, ma anche dalle ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) autorizzate, pari a 15,2 milioni di ore, tra cassa integrazione, FIS e altri fondi di solidarietà. Ciò vuol dire meno ore lavorate e utilizzo degli impianti, quindi meno presenza in fabbrica e meno rischi lavorativi”. Il rappresentante UIL chiarisce che il ricorso alla CIG è un fenomeno presente in tutte le province marchigiane e contribuisce a modificare il panorama infortunistico regionale.
Preoccupa, tuttavia, l’incremento delle malattie professionali, che pone la regione Marche al terzo posto in Italia in questa classifica negativa, dopo Toscana e Puglia. Bianchini ribadisce come “il dato sulle malattie professionali è un segnale di allarme, soprattutto se, in prospettiva futura, si considera l’invecchiamento della popolazione attiva. Bisogna senza indugi approfondire i motivi e i rischi che nel tempo producono l’evento patologico: è prioritario garantire a lavoratrici e lavoratori luoghi di lavoro più sicuri ed una vita post-lavorativa che consenta a tutti di potersi godere l’agognata pensione”.
Infine, Bianchini evidenzia la criticità dei rischi legati alla circolazione stradale, che impattano anche in provincia di Ascoli Piceno e che vedono una maggiore incidenza tra le donne: “Preoccupa l’attualità dei rischi legati alla circolazione stradale, che, peraltro, colpiscono in misura relativamente maggiore le donne che pagano il loro triplice ruolo di moglie, madre e lavoratrice in termini di lucidità e concentrazione nella guida”.
In sintesi, il quadro provinciale riflette una situazione complessa, tra cali di infortuni legati anche alla CIG e un preoccupante aumento delle malattie professionali. Il messaggio di Bianchini invita a considerare seriamente i dati come un punto di partenza per riflettere sui rischi e sulle misure di prevenzione da mettere in atto per garantire sicurezza e benessere ai lavoratori, in particolare in una fase storica di cambiamento sociale e demografico.