SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La burocrazia italiana impone un peso insostenibile alle piccole imprese, con un costo annuo di 9.210 euro per azienda e un totale nazionale che sfiora i 43 miliardi di euro, pari al 2% del PIL. Questi dati emergono dal VI Rapporto dell’Osservatorio CNA Burocrazia, presentato a Roma il 18 marzo, alla presenza di figure chiave come il presidente nazionale CNA Dario Costantini e il segretario Otello Gregorini, oltre a una delegazione della CNA di Ascoli Piceno.
La ricerca propone 100 misure di semplificazione, che consentirebbero alle imprese di risparmiare fino a 50 ore di lavoro e 1.459 euro annui, con una riduzione dei costi amministrativi stimata in 7 miliardi di euro. Il tutto senza ridurre le necessarie tutele e controlli, ma con l’obiettivo di rendere più efficiente il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione.
Un esempio eclatante riguarda le insegne commerciali, il cui posizionamento può coinvolgere fino a nove enti diversi, causando attese fino a 120 giorni e costi superiori ai 1.500 euro. CNA propone che l’installazione possa avvenire tramite una semplice Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al Suap, eliminando passaggi inutili.
Anche la partecipazione agli appalti pubblici rappresenta un incubo burocratico: oggi una piccola impresa deve iscriversi a 25 piattaforme diverse, con una spesa di 5.000 euro. L’introduzione di un registro nazionale dei fornitori accreditati ridurrebbe i costi del 70%, evitando la duplicazione dei documenti.
Altre criticità emergono nel settore dell’edilizia e dell’ambiente, dove le procedure, invece di essere unificate, restano frammentate. Ad esempio, per aprire un forno, un imprenditore deve interfacciarsi con sei enti differenti. Unificare i vari sportelli unici in un “Super Suap” dimezzerebbe i tempi di autorizzazione, portandoli a 30-45 giorni.
Le imprese orafe sono soggette a controlli e obblighi sproporzionati rispetto al volume d’affari, con costi che oscillano tra i 500 e i 1.000 euro al mese per adempimenti fiscali e di antiriciclaggio. Allo stesso modo, le start-up innovative sono penalizzate dalle attuali normative, che escludono le società di persone dalla possibilità di registrarsi come tali. Secondo CNA, questo avrebbe impedito la nascita di realtà come Apple se fosse stata fondata in Italia.
Anche la questione degli aiuti di Stato presenta paradossi burocratici. Le aziende beneficiarie devono pubblicare i contributi ricevuti nonostante questi dati siano già disponibili online, con l’aggravante di multe minime da 2.000 euro per mancata comunicazione. CNA propone di abolire questo obbligo per evitare inutili duplicazioni.
Francesco Balloni e Arianna Trillini, direttore e presidente della CNA di Ascoli Piceno, sottolineano: «Semplificare non significa abbassare i controlli, ma eliminare lungaggini che sottraggono tempo e denaro alle imprese. Le nostre proposte non gravano sulle finanze pubbliche e migliorano l’efficienza economica».
Burocrazia e transizione energetica: tempi troppo stretti per le imprese
Un altro nodo riguarda l’autoproduzione di energia, settore in cui procedure complesse e tempi ridotti rischiano di compromettere l’accesso ai 320 milioni di euro previsti dal RepowerEu. La finestra per presentare domanda si chiude il 5 maggio, lasciando alle imprese pochissimo tempo per predisporre la documentazione.
«Le tempistiche sono inadeguate per la burocrazia richiesta», afferma Balloni, chiedendo di prorogare il termine a fine luglio per garantire alle imprese del Piceno la possibilità di partecipare.
Le 100 proposte CNA rappresentano una strategia concreta per alleggerire il carico burocratico sulle imprese, favorendo la crescita e la competitività del tessuto produttivo italiano.