ASCOLI PICENO. Un’esperienza vissuta durante un campo estivo promosso dall’Unione ciechi e ipovedenti ha segnato profondamente il percorso di Laura Alfonsi, danzatrice contemporanea originaria di Ascoli Piceno.
Da quell’incontro è nata la sua tesi di laurea all’Accademia Nazionale di Danza, intitolata “Mi vedo dentro: danzaterapia per ciechi e ipovedenti e il ponte tra la danza e la danzaterapia”.
L’artista, che sta conquistando un posto di rilievo nel panorama internazionale della danza, ha presentato il suo lavoro nella sede Uici di Ascoli Piceno e Fermo. Alla conferenza erano presenti, oltre alla danzatrice, anche la presidente Uici Gigliola Chiappini, il segretario Margherita Anselmi, l’assessore comunale Anna Grazia De Nicola e la coreografa Tina Dance, con cui Alfonsi ha iniziato il suo percorso formativo all’età di quattro anni.
Nel suo intervento, la danzatrice ha spiegato il motivo profondo che l’ha spinta a esplorare il legame tra danza e disabilità visiva: «La decisione di dedicare la mia tesi di laurea alla danzaterapia è nata dalle esperienze pratiche nei campi estivi e dall’amore per mia bisnonna, diventata cieca a causa di una retinite pigmentosa».
Il lavoro è strutturato in due parti: una teorica, che ripercorre l’evoluzione della danzaterapia e il contributo di figure come Maria Whitehouse e Maria Fux, e una pratica, basata su esperienze dirette e testimonianze. L’obiettivo è dimostrare come la danza possa essere uno strumento di inclusione sociale, capace di superare i limiti della disabilità visiva. «Danzando bendata, ho scoperto un legame più profondo con me stessa. Quando mi bendo, mi ascolto di più».
La tesi propone pratiche innovative come danzare al buio o a occhi chiusi, per affinare la percezione del movimento e abbattere le barriere psicologiche. Il lavoro è supportato da riferimenti a studi di psicologia e alla teoria dell’immaginazione attiva di Carl Gustav Jung, rendendolo interdisciplinare e di ampio respiro.
Secondo Tina Dance, il lavoro di Alfonsi è un esempio di come la danza possa essere più di una semplice forma d’arte: «La danza è benessere fisico ed emotivo. Spero che la danzaterapia non sia più relegata a un solo ambito della società, ma che diventi accessibile a tutti».
Anche la presidente dell’Uici, Gigliola Chiappini, ha sottolineato il valore della danza per le persone con disabilità visiva: «Chi non vede vive spesso una forte diffidenza nel muoversi. La danza è uno strumento eccezionale per abbattere questa barriera e aiutarci a sentirci liberi».
L’assessore Anna Grazia De Nicola ha ripreso un concetto espresso dalla danzatrice: «C’è chi non vede e chi non vuole vedere. Quest’ultima è una disabilità pari alla prima. Se con la danza possiamo sbloccare queste dinamiche, abbiamo fatto un grande servizio».
Infine, il segretario Uici Margherita Anselmi ha evidenziato l’importanza della collaborazione sul territorio: «Lavorare insieme e contaminarsi porta a risultati straordinari. Da un campo estivo è nata questa bellissima ricerca».