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I sindacati contro la gestione sanitaria: “Mancano diritti e ascolto. I sindaci intervengano”

Riunione tesa alla Conferenza dei primi cittadini: "Negato il confronto con i rappresentanti sindacali". Convocato un incontro urgente per esporre le criticità del sistema sanitario locale
Pubblicato il 4 Ottobre 2024

ASCOLI PICENO. Durante la prima riunione della Conferenza dei Sindaci, tenutasi martedì primo ottobre i rappresentanti sindacali di FP CGIL, CISL FP, NURSING UP, FIALS e UGL SALUTE – Viola Rossi, Giorgio Cipollini, Roberto Tassi, Fabio Menzietti e Benito Rossi – hanno espresso con forza la loro insoddisfazione per l’andamento della gestione sanitaria nel territorio di Ascoli Piceno.




I sindacati denunciano che «la Direttrice dell’AST continua a preferire i monologhi al confronto, intraprendendo iniziative autoreferenziali, rifiutando qualsiasi tipo di contraddittorio». Questa scelta viene vista come una barriera alla verità, una gestione che «rappresenta una situazione ben poco rispondente al vero».

Per cercare di chiarire le loro ragioni, Rossi, Cipollini, Tassi, Menzetti e Rossi hanno deciso di invitare tutti i sindaci della provincia di Ascoli Piceno ad un incontro, fissato per il pomeriggio di mercoledì 16 ottobre, «affinché i primi responsabili della salute dei cittadini possano conoscere, nel dettaglio, le ragioni delle proteste dei lavoratori». La mancanza di rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, sanciti dal contratto nazionale, ha portato «alla compromissione del clima ambientale e al depauperamento del Servizio Sanitario Pubblico del territorio».

Il problema, secondo i sindacati, va ben oltre le singole controversie lavorative: «Se la quasi totalità dei cittadini Piceni ha un giudizio tutt’altro che positivo della sanità pubblica; se otto organizzazioni sindacali, delle nove presenti in azienda, contestano duramente la gestione del personale, forse sarà opportuno che i sindaci prestino adeguata attenzione al fenomeno, a tutela dell’intera collettività». Questo forte richiamo all’azione dei sindaci evidenzia la necessità di una risposta corale e incisiva.

Rossi, Cipollini, Tassi, Menzetti e Rossi denunciano inoltre le modalità di comunicazione adottate dalla Dottoressa Natalini, che «sciorina numeri enunciando le prestazioni offerte, ben guardandosi dall’evidenziare quelle non offerte», e «esaltando qualche misero pagamento erogato, sottacendo invece gli immensi debiti che l’AST ha nei confronti del personale». La critica si concentra sulle mancanze che riguardano il riconoscimento economico e professionale dei lavoratori: «dal 21 maggio 2018 ad oggi non riconosce il credito dei lavoratori relativo ai tempi di vestizione agli aventi diritto che hanno maturato un credito individuale di circa 7000 euro», senza contare «le progressioni orizzontali non pagate per il 2022 e 2023» e «le risorse non stanziate per le progressioni 2024». Inoltre, vengono sollevati seri dubbi su straordinari pretesi ma non pagati, turni irregolari e massacranti, e la mancanza del «diritto alla mensa, così come sancito dalla Corte di Cassazione».

In una nota finale, i rappresentanti sindacali – Viola Rossi, Giorgio Cipollini, Roberto Tassi, Fabio Menzetti e Benito Rossi – richiamano l’attenzione sulla situazione dei cittadini: «I cittadini del territorio devono sapere se i sindaci giudicano la nostra sanità pubblica adeguata o meno e se devono continuare a rivolgersi alla sanità privata o migrare al nord per ricevere ciò che la nostra Costituzione garantisce come sacrosanto diritto». L’appello è dunque rivolto ai rappresentanti delle istituzioni locali affinché prendano posizione e si impegnino per riportare la sanità pubblica ad uno standard degno e conforme alle aspettative dei cittadini.