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“Gatti dietro le sbarre”, il progetto dell’Amico Fedele nel carcere di Ascoli

Si tratta di un progetto pilota per il centro Italia, ad alta valenza sociale che risponde alla funzione primaria di sviluppo delle attività sociali, molti studi dimostrano l’effetto positivo del rapporto con gli animali dei detenuti: impegno sociale di gruppo, costruzione di empatia, rieducazione, responsabilizzazione
Pubblicato il 19 Novembre 2024

ASCOLI PICENO. L’Amico Fedele odv si occupa dal 2006 di tutela e benessere animale e tra le attività che porta avanti con regolarità c’è quella del censimento, cura e sterilizzazione dei gatti che vivono in libertà, attività effettuate da volontari formati ed esperti in tal senso, nonché da altre figure professionali.




L’idea di poter realizzare un progetto a valenza sanitaria e sociale in sinergia con il comune di Ascoli Piceno e la Ast veterinaria, ha lo scopo di controllare l’incremento demografico e lo stato di salute della colonia felina presente all’interno della Casa Circondariale di Marino del Tronto, e nel contempo unire un percorso di inclusione sociale a un’attività di sensibilizzazione nei confronti degli animali.

Si tratta di un progetto pilota per il centro Italia, ad alta valenza sociale che risponde alla funzione primaria di sviluppo delle attività sociali, molti studi dimostrano l’effetto positivo del rapporto con gli animali dei detenuti: impegno sociale di gruppo, costruzione di empatia, rieducazione, responsabilizzazione.

Il progetto si articola in tre diverse fasi, la presidente Concetta Agostini riferisce che l’associazione ha già portato a termine la prima fase, che prevede: censimento dei felini presenti, cattura di tutti i soggetti, visita veterinaria, profilassi antiparassitarie, sterilizzazione e successivo reinserimento. Indubbiamente la più urgente per arginare e prevenire potenziali problematiche a livello sanitario, legate al proliferare dei gatti e alle mancate profilassi veterinarie.

“Siamo molto soddisfatti dell’evoluzione di questo ambizioso progetto, che prevede nella seconda e terza fase il coinvolgimento dei detenuti stessi, individuando fra di loro chi si possa occupare giornalmente della pulizia e dell’alimentazione dei felini” prosegue la presidente “oltre che organizzare dei brevi incontri destinati alla popolazione detenuta e comunque a chiunque fosse interessato, inerenti gli elementi essenziali della cura e gestione di una colonia felina e del gatto come singolo soggetto ed il monitoraggio periodico del buon andamento del progetto.

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