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Femminicidio di Ripaberarda, l’avvocato d’ufficio e il veleno sui social. Facciamo chiarezza

Il rifiuto ingiustificato di un incarico come difensore d'ufficio può comportare sanzioni disciplinari da parte del Consiglio dell'Ordine, in quanto costituisce una violazione dei doveri professionali
Pubblicato il 31 Dicembre 2024

ASCOLI PICENO. In seguito alle polemiche scaturite dal linciaggio mediatico subito dall’avvocatessa nominata d’ufficio per difendere Massimo Malavolta, accusato dell’omicidio della moglie a Ripaberarda di Castignano poco prima di Natale, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ascoli Piceno, Paolo Travaglini, è intervenuto in sua difesa, sottolineando che l’avvocatessa stava semplicemente adempiendo al proprio dovere professionale.



Il Ruolo del Difensore d’Ufficio

In Italia, il diritto alla difesa è un principio costituzionale sancito dall’articolo 24 della Costituzione, che garantisce a ogni individuo il diritto inviolabile alla difesa in ogni stato e grado del procedimento.

Quando un imputato non nomina un difensore di fiducia, l’autorità giudiziaria designa un difensore d’ufficio per assicurare che l’imputato sia adeguatamente rappresentato durante il processo.

Il difensore d’ufficio è selezionato da un elenco predisposto dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, e ha l’obbligo di accettare l’incarico, salvo giustificati motivi.

Il rifiuto ingiustificato di un incarico come difensore d’ufficio può comportare sanzioni disciplinari da parte del Consiglio dell’Ordine, in quanto costituisce una violazione dei doveri professionali.

È fondamentale comprendere l’importanza del ruolo del difensore d’ufficio nel garantire un equo processo e rispettare i professionisti che, adempiendo ai propri doveri, contribuiscono alla tutela dei diritti fondamentali.

Ancora una volta i social media hanno amplificato la portata delle opinioni pubbliche, spesso sfociando in veri e propri linciaggi mediatici. La psicologia dei social media evidenzia come la distanza fisica e, in alcuni casi anche l’anonimato, possano ridurre l’empatia e aumentare comportamenti aggressivi.

Inoltre, la ricerca di approvazione attraverso “like” e condivisioni può spingere gli utenti a esprimere giudizi estremi per ottenere visibilità.

Questo fenomeno non solo danneggia la reputazione professionale e personale degli individui coinvolti, ma può avere gravi ripercussioni sulla loro salute mentale, contribuendo a sentimenti di ansia, depressione e isolamento.

E’ necessario promuovere un uso responsabile dei social media, evitando giudizi sommari e comportamenti lesivi nei confronti degli individui, riconoscendo l’impatto che tali azioni possono avere sulla vita delle persone.