ASCOLI PICENO. Il fenomeno delle dimissioni volontarie da parte delle neo mamme continua a crescere, con dati che evidenziano un andamento preoccupante sia per la sua diffusione sia per l’evidente squilibrio di genere: oltre il 90% delle dimissioni riguarda donne.
A confermare la gravità del problema è Paola Petrucci, Consigliera di Parità effettiva, che sottolinea due aspetti chiave: da un lato l’aumento progressivo del fenomeno negli ultimi anni, dall’altro la persistente carenza di servizi per l’infanzia. «La principale motivazione che costringe queste donne a dimettersi è la mancanza di servizi e, di contro, l’elevato costo per accedere a servizi a pagamento quali nidi privati o baby sitter», ha dichiarato Petrucci.
Il PNRR ha tra i suoi obiettivi anche la creazione di nuovi asili nido per colmare il divario tra domanda e offerta. Alcuni Comuni della provincia ascolana si sono attivati tempestivamente, con progetti già avviati. Tuttavia, la situazione nel capoluogo resta critica: «È di oggi la notizia della graduatoria degli asili nido della città capoluogo che un mese fa ha annunciato il finanziamento per la realizzazione di una nuova struttura e che nel 2025, così come negli anni scorsi, chiude le porte del nido a circa 80 famiglie».

Manca dunque una risposta sistemica, mentre l’assenza di servizi pubblici adeguati continua ad alimentare disparità e frena l’occupazione femminile. «Il potenziamento dell’offerta di nidi crea opportunità di lavoro femminile di qualità e contribuisce a liberare il potenziale delle donne in una reale ottica di pari opportunità oltre che incentivando la creazione di nuove famiglie e la natalità», osserva ancora la Consigliera.
Per Petrucci, l’impatto è profondo e tocca il cuore stesso del patto sociale: «L’educazione e il lavoro, come la parità di genere, sono questioni pubbliche sancite dai primi articoli della Costituzione che viene tradita lasciando a carico delle famiglie e, soprattutto delle madri, tali oneri». Un’emergenza che la sua attività intercetta quotidianamente: «Queste uno dei temi principali che mi trovo ad affrontare ogni giorno nel mio ruolo di Consigliera di Parità registrando ancora troppe disuguaglianze».