ASCOLI PICENO. La delegazione di Confindustria Ascoli Piceno è stata ricevuta ieri a Montecitorio dal Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento, On. Mirco Carloni, per un confronto sulla tutela dell’Oliva all’Ascolana. Il dialogo si è reso necessario a seguito delle azioni promosse dal Consorzio DOP, che secondo i produttori minacciano il futuro del settore.
A rappresentare gli interessi della categoria sono stati Simone Ferraioli, Presidente di Confindustria Ascoli Piceno, Matteo Meletti, Presidente della Sezione agroalimentare, e il segretario Piergiorgio Crincoli, affiancati da esponenti delle principali aziende del settore. Durante l’incontro è stato consegnato un dossier che ricostruisce la storia della vicenda e chiarisce la posizione dei produttori.
Secondo gli industriali, esiste già da tempo un prodotto con caratteristiche meritevoli di un riconoscimento IGP, diffuso e apprezzato a livello internazionale. Questo stesso prodotto, però, sarebbe oggi minacciato da una tutela che, invece di valorizzarlo, rischia di limitarne la crescita. Il Consorzio DOP viene accusato di aver inglobato nella sua richiesta di riconoscimento numeri che non gli appartenevano, generando oggi una situazione paradossale in cui il settore rischia di essere penalizzato.
Simone Ferraioli, durante l’incontro, ha parlato di una “tutela fantasma”, spiegando come «non esistendo materia prima in natura, di fatto viene protetto un mercato che non c’è e che non può esistere. Lo dimostra il fatto che lo stesso Consorzio è già stato sciolto giudizialmente una volta e che i numeri dei consorziati e dei produttori sono sempre diminuiti, fino al punto che gli stessi fondatori ne sono usciti da anni».
L’On. Carloni si è detto disponibile ad approfondire la questione e a valutare un percorso per il riconoscimento IGP, senza che questo pregiudichi la DOP. Una scelta che, secondo il mondo industriale, potrebbe evitare che player stranieri invadano il mercato con prodotti etichettati come “olive all’ascolana” senza legami con il territorio.
All’incontro erano presenti anche l’On. Giorgia Latini e la consigliera regionale Monica Acciarri, che hanno riconosciuto la necessità di supportare la categoria.
In chiusura, Ferraioli ha sottolineato i rischi legati all’attuale situazione: «Se non troveremo una soluzione, ci potremmo trovare nella paradossale condizione di non poter più scrivere “olive all’ascolana” sulle confezioni, nei menù dei ristoranti o nelle insegne delle paste all’uovo. Sarebbe un danno da oltre 70 milioni di euro, con il rischio di perdere almeno 200 posti di lavoro. Un riconoscimento IGP, invece, garantirebbe sviluppo e tutela reale per un prodotto che il mondo ci invidia».