ASCOLI PICENO. Un 25 aprile partecipato e sentito ha animato quest’anno il territorio Piceno, non solo nel capoluogo, ma anche nei piccoli centri della provincia. Convegni, incontri e commemorazioni hanno ricordato «l’insostituibile apporto della Resistenza per la liberazione del nostro Paese dall’oppressione nazifascista».
Ad Ascoli, le celebrazioni in piazza Roma e piazza Simonetti hanno visto una grande partecipazione di cittadini, affiancando le autorità politiche, militari e religiose in un gesto corale di «sostegno, oggi come ottant’anni fa, alla democrazia e alla libertà». La maggiore affluenza si è registrata a Colle San Marco, presso il monumento e il sacrario, dove «tanti giovani hanno voluto esprimere la propria condivisione con gli ideali che spinsero tanti loro coetanei dí ottant’anni fa a fare la “scelta giusta”».
La giornata è stata però turbata da episodi che hanno suscitato preoccupazione, a partire dall’intervento delle forze dell’ordine, e in particolare della polizia locale, per uno striscione apposto da Lorenza Roiati al suo panificio, con la frase: «25 aprile, buono come il pane, bello come l’antifascismo». Secondo l’Anpi provinciale di Ascoli Piceno, si è trattato di «un’attenzione davvero eccessiva e preoccupante, frutto delle nuove politiche repressive legiferate dal nostro governo nei confronti di chi manifesta del tutto pacificamente il proprio pensiero».
L’associazione ha poi aggiunto: «L’Anpi provinciale di Ascoli Piceno esprime tutta la propria preoccupazione di fronte a questi episodi che sembrano avvenire in evidente disarmonia con la comprovata fedeltà ai valori costituzionali espressa in più occasioni dai vertici territoriali delle stesse forze dell’ordine e del governo».
Preoccupazione è stata espressa anche per il successivo episodio dello striscione con la scritta «Ai forni», comparso nella notte in via Marin, definito da Anpi «di chiara paternità neofascista» e considerato «motivo di allarme, poiché gli autori di tali bravate, sebbene ben noti agli “addetti ai lavori”, non sono oggetto delle stesse “attenzioni” riservate a chi esprime un pensiero perfettamente in linea con i valori della nostra carta costituzionale».
A queste riflessioni si sono aggiunte anche le parole delle istituzioni locali. Un rappresentante delle istituzioni ha dichiarato: «Con tutte le istituzioni, l’ANPI, le associazioni combattentistiche e la cittadinanza abbiamo reso gli onori ai caduti nei luoghi simbolo della resistenza picena riaffermando all’unisono, nell’80° anniversario della Liberazione, i valori fondanti della nostra Costituzione: libertà, democrazia, uguaglianza, antifascismo, solidarietà, inclusione».
E ha ribadito: «Questo è il messaggio forte che mi sento di ribadire e che deve, a mio avviso, risuonare da una Provincia e da una città capoluogo fregiate della medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana».
Un richiamo forte all’unità nazionale e alla difesa della memoria storica: «Il 25 aprile è la festa di tutti, di una nazione e di un territorio che si sono ribellati alla tirannide nazifascista per intraprendere un nuovo percorso di crescita civile imperniato sui diritti, sulla centralità della persona e della dignità umana, sui principi del lavoro, dell’impegno sociale e la piena libertà di esprimere il proprio pensiero e realizzare le proprie aspettative e speranze».
L’appello finale è alla responsabilità comune: «Auspico che si torni a un clima sereno e costruttivo, che si abbassino i toni nel rispetto e nella memoria di chi ha combattuto per libertà e la democrazia pagando con la vita il proprio impegno. In questo senso, non ci devono e possono essere divisioni, fraintendimenti, revisionismi e la politica tutta è chiamata, con senso di responsabilità, a fare la propria parte facendosi portavoce di una comunità locale attenta e solidale che difende e si riconosce unita in quei valori sacri che la medaglia al valor militare per attività partigiana custodisce e richiama con chiarezza e solennità».