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Ascoli, dal 14 gennaio la rassegna di Omar Galliani a Palazzo dei Capitani

Risale al 2004 la prima importante esposizione delle opere di Galliani realizzata dalla città di Ascoli Piceno nelle sale della Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini
Pubblicato il 12 Gennaio 2024

ASCOLI. Dal 14 gennaio al 25 aprile gli spazi di Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno ospiteranno “Omar Galliani. L’eco della Sibilla”, rassegna monografica del maestro emiliano, che segue a poca distanza la mostra a lui dedicata presso Palazzo Reale a Milano.

La rassegna, che segue la mostra personale dell’artista emiliano conclusa da poco a Palazzo Reale di Milano, si sviluppa attraverso un percorso espositivo che comprende oltre quaranta opere suddivise in sette differenti sale tematiche, rendendo omaggio al Maestro del disegno Omar Galliani che da tempo opera in stretta sinergia con il territorio ascolano.

Risale infatti al 2004 la prima importante esposizione delle opere di Galliani realizzata dalla città di Ascoli Piceno nelle sale della Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini a cui seguì, lo stesso anno, il palio della Quintana realizzato dall’artista in occasione delle feste in onore di Sant’Emidio. L’opera di Galliani è ancora presente nella mostra omaggio a Cecco d’Ascoli, allestita nel 2021 presso il Forte Malatesta di Ascoli Piceno.

Questo legame con il territorio è ancora una volta testimoniato dall’inedita sezione realizzata appositamente da Galliani per questa esposizione ascolana – e che da essa prende il titolo – ispirata al mito della Sibilla Picena, anche nota come Sibilla Appenninica, immagine identitaria del territorio: tra le vette dei Monti Sibillini dimorava una donna di straordinaria bellezza, interlocutrice tra il cielo e la terra, tra il divino e l’umano. Sulle tavole in mostra riecheggia la poetica celeste dell’artista, legata a cieli infiniti e a universi di stelle lontane. Le sibille di Galliani sono donne di grafite con occhi serrati, colte nel profondo momento di meditazione. Sul volto di queste enigmatiche figure compare, incisa come un tatuaggio di pigmento rosso, la lettera a: l’inizio della profezia, l’origine del tutto.