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Aggressione al Sert di Ascoli, ufficio devastato e computer distrutto

Momenti di tensione nella struttura sanitaria. La dottoressa Faiella: «Abbiamo paura, manca protezione»
Pubblicato il 26 Marzo 2025




ASCOLI PICENO. Una mattina di ordinaria violenza quella vissuta al Sert di Ascoli Piceno, dove un paziente in cura ha scatenato il caos nel tentativo di impossessarsi del dispenser con il farmaco a lui destinato. Il gesto ha provocato un’escalation culminata con l’intervento delle guardie giurate, che però sono state aggredite nel corso della colluttazione. L’episodio ha lasciato dietro di sé un ufficio semidistrutto e un computer completamente da buttare.

Nella struttura, al momento dei fatti, erano presenti due medici, due infermieri, un’assistente sociale, cinque operatori e le due guardie, che hanno assistito all’intera scena. Anche se l’aggressione non ha coinvolto fisicamente i sanitari, la violenza verbale ha generato grande allarme.

A denunciare la gravità dell’accaduto è la dottoressa Fabiana Faiella, componente dell’Esecutivo Nazionale di Anaao Assomed e parte della segreteria regionale: «Si tratta dell’ennesimo episodio che mette in luce la carenza dell’apparato di protezione dei sanitari che operano ogni giorno al servizio dei pazienti».

La mancanza di dispositivi di sorveglianza e l’impossibilità di un pronto intervento da parte delle forze dell’ordine acuiscono il problema. «Le leggi sulla privacy tutelano rigidamente i pazienti del Sert che possono anche avvalersi dell’anonimato per cui non è possibile installare telecamere di sicurezza – spiega la dott.ssa Faiella – ma ovviamente c’è paura perché le forze dell’ordine da noi prontamente chiamate possono procedere solo in flagranza di reato mentre chiaramente sono arrivati dopo che li abbiamo chiamati».

Il timore, ora, è che episodi simili possano diventare ricorrenti. «Si tratta di pazienti che devono recarsi da noi ogni giorno e quindi è forte la paura che possa accadere di nuovo con lo stesso soggetto o con un altro. Ciò fa riflettere ciascuno di noi sul lavoro che abbiamo scelto e incrina le certezze circa la passione e la professionalità con la quale svolgiamo il servizio se mette a rischio le nostre vite», conclude la Faiella.

Non è mancata la solidarietà dei colleghi. Il segretario regionale Daniele Fumelli ha commentato con fermezza: «L’ennesima aggressione a operatori sanitari che fanno il proprio lavoro non può essere tollerata e non c’è da stupirsi se poi tanti operatori sanitari impauriti e offesi si dimettono depauperando il SSN di risorse umane e professionali preziose. Urgono rimedi seri e tempestivi».