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Addio a Giuseppe Gaspari, storico portiere ascolano e leggenda dell’Anconitana

Si è spento l’ex estremo difensore che fu protagonista della salvezza dorica nel 1966. La SSC Ancona: «Condoglianze per la sua scomparsa»
Pubblicato il 20 Giugno 2025



ASCOLI PICENO. Figura carismatica del calcio marchigiano, Giuseppe Gaspari è morto all’età di 92 anni. Nato ad Ascoli Piceno nel 1932, è stato uno dei portieri più rappresentativi della regione, capace di lasciare un segno sia in campo che fuori, con una carriera che lo ha visto protagonista su più livelli e in diverse società italiane.

Cresciuto nel Del Duca Ascoli, dove militò dal 1949 al 1954, vestì poi le maglie di Livorno, Catania e persino della Juventus nella stagione 1961-62. Fu un portiere solido e rispettato, ma la sua impresa più celebre arrivò nel 1966, quando salvò l’Anconitana da una quasi certa retrocessione, guadagnandosi per sempre l’affetto della tifoseria dorica che lo soprannominò «L’Eroe di Rimini».

Dopo il ritiro dal calcio giocato, Gaspari non si allontanò mai davvero dal campo. Per lunghi anni fu preparatore dei portieri e vice allenatore dell’Ancona, attraversando le stagioni in Serie C, B e anche A, sotto le gestioni di Cadè e Guerini. Ebbe un ruolo importante anche nella Vigor Senigallia durante il periodo Edra e nella Jesina, in Serie D, dove collaborò con Gianfranco Ferretti.

La SSC Ancona ha ricordato la figura di Gaspari con un comunicato ufficiale, sottolineando la sua importanza nella storia del club: «La Ssc Ancona esprime le più sentite condoglianze per la scomparsa di Giuseppe Gaspari, portiere dell’allora Anconitana nella stagione 1965/’66. Nato nel 1932 e con un trascorso di estremo difensore anche nella Juventus, conclusa la carriera agonistica Gaspari aveva svolto nella società Biancorossa il ruolo di preparatore dei portieri. Gaspari aveva fatto parte dello staff tecnico dell’Ancona per tantissimi anni compreso quello della magica cavalcata verso la Serie A nella stagione 1991/’92».

La sua carriera, iniziata ad Ascoli Piceno, si è intrecciata con la storia calcistica di diverse città, ma è ad Ancona che ha lasciato l’impronta più profonda, entrando a pieno titolo nella memoria sportiva collettiva.