ASCOLI PICENO. Una sentenza senza precedenti è stata emessa dalla Corte d’Appello di Ancona, che ha riconosciuto un risarcimento di oltre 22.000 euro a un’infermiera vittima di un’aggressione avvenuta quasi otto anni fa presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Ascoli Piceno.
Il pronunciamento stabilisce un punto di riferimento nella tutela dei diritti del personale sanitario, combinando per la prima volta in Italia il risarcimento per danno morale soggettivo e danno biologico in un caso di aggressione sul luogo di lavoro.
L’episodio risale a un turno pomeridiano nel triage del pronto soccorso, quando la professionista fu aggredita mentre svolgeva il suo servizio. L’accaduto ha evidenziato le lacune in materia di sicurezza negli ambienti sanitari, un problema sempre più dibattuto e al centro delle rivendicazioni del settore.
L’Azienda Sanitaria Territoriale (AST) di Ascoli Piceno, coinvolta nel procedimento, si trova ora al centro di un primato giuridico a livello nazionale. La decisione della Corte sottolinea non solo la necessità di garantire ambienti di lavoro più sicuri, ma anche il diritto al risarcimento per le conseguenze psicofisiche subite dal personale sanitario vittima di aggressioni.
Maurizio Pelosi, segretario provinciale del sindacato NurSind di Ascoli Piceno, ha espresso soddisfazione per l’esito del procedimento: «Abbiamo sostenuto con determinazione l’infermiera, credendo fermamente nella sua causa e fornendo supporto costante durante tutto l’iter legale».
La sentenza rappresenta un precedente importante per la giurisprudenza italiana, rafforzando la tutela di chi opera quotidianamente per la salute pubblica e aprendo la strada a futuri riconoscimenti legali in casi simili.