ARQUATA DEL TRONTO. Nel giorno del 25 aprile, l’Associazione Arquata Potest ha scelto di tracciare un parallelo forte tra la resistenza storica e la loro battaglia quotidiana. «Permetteteci un paragone per il 25 aprile, che forse a qualcuno potrà apparire “blasfemo”. Ma non certo a noi, che all’alba dei 9 anni dal terremoto continuiamo a resistere contro l’abbandono del territorio».
Durante le festività pasquali, i volontari hanno lavorato per ripulire l’area di fronte alla Chiesa del SS. Salvatore, edificio simbolico per la comunità di Arquata del Tronto. «Un edificio per il quale, nonostante faccia parte a pieno titolo della storia e delle vive tradizioni locali, non è ancora chiaro quale destino lo attenda».
Negli ultimi mesi l’associazione ha incontrato la Diocesi di Ascoli Piceno, proprietaria della chiesa, che ha effettuato i sopralluoghi assieme a MiC Marche e Ufficio Speciale per la Ricostruzione. Una proposta è emersa: «Quella di ricostruire la chiesa in dimensioni ridotte, all’interno della pavimentazione pre-sisma (da lasciare a vista, mantenendo così memoria del prima), riducendone anche i costi».
L’associazione ha ribadito la propria posizione: «Non abbiamo bisogno di una cattedrale: per noi l’importante è portare avanti le tradizioni del patrono, rappresentato dal crocifisso ligneo più antico della Regione Marche».
Nonostante l’intesa di massima, tutto resta in attesa di una ordinanza formale. «Ad oggi, però, siamo in attesa di una ordinanza che confermi quanto finora riportatoci solo verbalmente». Da qui l’appello al Commissario Guido Castelli: «Ci auguriamo, pertanto, che anche il Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli possa al più presto mettere nero su bianco la fattibilità di quanto proposto. Perché si sa: verba volant, scripta manent».
Nel frattempo, i volontari hanno continuato a lavorare sul campo, riportando alla luce due grandi gradoni coperti da rovi da oltre sessant’anni. «Giudicate voi dalle foto: adesso l’area è talmente pulita che i tecnici non hanno problemi per raggiungerla a fare i sopralluoghi. Anzi, se ce lo fanno sapere organizziamo pure una cocomerata…».
L’associazione sottolinea che ora esiste una base concreta su cui potrà nascere il nuovo cantiere: «Ora che questi ampi spazi sono tornati a respirare, possono costituire la base su cui la futura ditta allestirà il proprio cantiere».
Guardando al futuro, Arquata Potest auspica una ripartenza parallela anche per il capoluogo: «Visto, inoltre, che per Arquata capoluogo siamo ormai da fine febbraio in attesa di conoscere il nome del consorzio che si occuperà di ricostruirne le fondamenta, riteniamo potrebbe finalmente essere l’occasione giusta per far partire in parallelo anche il cantiere per il SS. Salvatore».
Un ringraziamento speciale viene rivolto a tutti i volontari che si sono messi gratuitamente a disposizione: «Un sentito grazie ai volontari Andrea Izzi, Vittorio Camacci, Emanuele Longa, Fernando e Vittoria Cortellesi, Riccardo Locatelli, Stefano Amadio, Andrea Vagnoni, Salvatore e Carlo Ambrosi che, a titolo totalmente gratuito come sempre, hanno messo a disposizione tempo, testa e braccia. E grazie anche a quelli che ci hanno destinato il loro 5×1000 col quale continuiamo a portare avanti iniziative come questa per la rinascita del territorio».