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Gli italiani continuano a emigrare: 1 su 5 sogna l’America

Nell’arco di un secolo sono state ben tre le grandi ondate migratorie partite dalla Penisola
Pubblicato il 6 Marzo 2019

Gli italiani sono stati più e più volte migranti nel corso della storia. Nell’arco di un secolo, infatti, sono state ben tre le grandi ondate migratorie partite dalla Penisola: la prima agli inizi del Novecento, la seconda negli anni Trenta, durante il fascismo, e l’ultima negli anni Cinquanta, in pieno dopoguerra.

Le spinte migratorie, però, non sembrano essersi affatto arrestate: anche al giorno d’oggi, infatti, appare in crescita il flusso di italiani che decidono di trasferirsi all’estero per cercare condizioni di vita migliori, e l’Abruzzo è tra le prime regioni in classifica per quanto riguarda le partenze. Analizziamo quindi i dati di settore per avere un quadro più chiaro dell’attuale situazione dei cittadini che lasciano l’Italia per vivere altrove.

 

650mila italiani sono emigrati nell’ultimo decennio

Secondo i dati Istat, negli ultimi dieci anni (ossia dall’inizio della crisi economica) sono stati ben 650mila gli italiani che hanno deciso di lasciare la propria terra per cercare fortuna altrove, 115mila solo nel 2016. Il “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes nel 2018 dà un’ulteriore conferma di questa tendenza migratoria: secondo i dati raccolti, infatti, la mobilità italiana è aumentata del 64,7% nell’arco di dodici anni.

Sia oggi sia nel passato il motivo alla base della stragrande maggioranza delle partenze, com’è facile intuire, è la ricerca del lavoro. L’Italia presenta infatti un contesto lavorativo poco invitante e incoraggiante, soprattutto dal punto di vista retributivo, motivo per cui molti (soprattutto i più giovani) decidono di cercare condizioni lavorative migliori all’estero.

Dal rapporto è possibile osservare le tendenze relative alle preferenze degli italiani che partono: se è vero che oggi molti scelgono di restare nei confini dell’Europa, c’è da dire che l’America resta comunque una meta molto ambita, raccogliendo il 22,2% di preferenze. Un italiano su cinque, dunque, sogna di sbarcare il lunario in America, proprio come accadeva nelle generazioni che ci hanno preceduto.

 

Cosa serve per lavorare in America?

Prima di tutto a chi ha deciso di partire può essere utile sapere che esistono modi per ridurre lo stress da trasloco: alcune aziende italiane come Bliss Moving, per esempio, permettono di semplificare le procedure necessarie per i traslochi a New York e negli Stati Uniti in generale.

Per quanto riguarda il visto, poi, bisogna sapere che al contrario di quanto accade per i turisti (ai quali basta il semplice modulo ESTA per soggiornare temporaneamente in America), chi parte con l’obiettivo di cercare un’occupazione permanente dovrà ottenere il VISA; questo è un vero e proprio permesso di soggiorno a tempo determinato ed è richiedibile dall’azienda disposta ad assumere.

In alternativa è possibile aprire un’attività in proprio (con un investimento piuttosto alto) oppure provare a ottenere la “Green Card”, il permesso di soggiorno definitivo per gli Stati Uniti; anche in questo caso, però, sarà necessario avere qualcuno che sponsorizzi il richiedente (un parente che risiede in America da anni oppure il datore di lavoro).

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