Con l’approvazione del Senato, avvenuta il 7 agosto scorso, il Decreto Dignità ha concluso il suo iter ed è diventato legge dello Stato. Nonostante questo, non cessa il dibattito sulle misure in esso contenute, sia sul versante lavoro che sul divieto totale alla pubblicità del gioco d’azzardo. Al consenso raccolto dalle azioni decise dal governo, fanno da contraltare anche posizioni molto critiche che si appellano ai dati, per sostenere che alcune decisioni sono state prese in fretta e senza un’adeguata conoscenza dei fenomeni toccati. Se per la parte di relativa alla lotta al precariato c’è chi, come il presidente di Confindustria Marche Nord Claudio Schiavoni, accusa il governo di non aver compreso l’evoluzione delle dinamiche del mercato del lavoro, sul versante del gioco d’azzardo, molte associazioni e operatori del settore hanno cercato di esporre dati aggiornati relativi alla raccolta e alle ludopatie.
È quindi interessante poter dare uno sguardo alle più recenti indagini relative al gioco d’azzardo, sia a livello nazionale che locale per potersi formare un’opinione sull’adeguatezza e l’efficacia delle nuove misure intraprese dal governo per contrastare il fenomeno delle ludopatie.
Quando si parla di gioco in Italia, ci si riferisce sia a quello online che a quello più tradizionale, che avviene nelle sale da gioco reali o attraverso gli apparecchi slot. Molti studi dimostrano che anche grazie alla possibilità di giocare gratis mediante l’uso dei bonus dei casino online, i siti di gioco legale a distanza stanno riscuotendo un incredibile successo. Tuttavia, proprio per la specifica natura del gioco nel web, è difficile disporre di analisi che siano correlate ad uno specifico territorio. Per quanto riguarda invece le forme di gioco più tradizionale possiamo attingere a dati statistici precisi ed aggiornati.

Una recente analisi condotta da Info Data, ci permette non solo di conoscere il volume della raccolta dei giochi nel territorio ascolano ma anche di porlo in relazione con il livello del reddito medio locale. Scopriamo così che, a fronte di una raccolta media pro-capite a livello nazionale di 610€ (dato riferito al primo semestre 2017), a San Benedetto del Tronto la spesa è significativamente superiore e tocca quota 832,38€. Insieme a Comunanza (987,08€), Grottammare (944,48€) e Ascoli Piceno (871,04€), San Benedetto è uno dei comuni in cui si spende di più, in tutta la provincia.
Da un punto di vista del contrasto al gioco patologico, i dati sulla raccolta acquistano maggior significato quando vengono posti in relazione con il reddito medio locale. Info Data ancora una volta ci aiuta, evidenziando che a Comunanza potremmo trovarci di fronte ad una criticità, poiché ad una raccolta superiore alla media corrisponde un livello di reddito basso. Per San Benedetto del Tronto, Grottammare e Ascoli Piceno invece il livello di reddito è medio e pare, quindi, che alla maggior spesa pro-capite nei giochi corrisponda anche una maggiore capacità di spesa dei giocatori.
I dati riportati tuttavia si riferiscono alla raccolta, cioè semplicemente al denaro scommesso nel gioco, ma che informazioni possiamo trarre se consideriamo anche le vincite che i giocatori possono ottenere quando giocano d’azzardo? A livello nazionale, la vincita media pro-capite è di 486,61€, che corrispondono a 76€ di premio ogni euro scommesso. Utilizzando questo dato, scopriamo che nei quattro comuni della provincia dove si gioca di più, si vince anche di più, ecco le cifre: Comunanza (796,99€), Grottammare (740,46€), Ascoli Piceno (657,95€) e San Benedetto del Tronto (629,87€).
Per quanto riguarda le ludopatie, dai dati riportati nel piano regionale integrato 2017/2018 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da gioco d’azzardo patologico (GAP), si apprende che gli utenti trattati nel DDP Area Vasta n. 5, tra il 2013 ed il 2016 è passato da 19 a 28, e da 326 a 429 a livello regionale. Per trattare questi casi e quelli degli anni più recenti, è stato predisposto un piano di contrasto al GAP, nel territorio di San Benedetto del Tronto. Le attività, condotte dalla Cooperativa Sociale Ama Aquilone, sono iniziate lo scorso aprile e continueranno fino a giugno 2019.