Dopo due giorni di isolamento dovuti a condizioni meteorologiche proibitive, i soccorritori impegnati nel recupero dei due alpinisti dispersi sul Gran Sasso sono riusciti a scendere a valle. Il gruppo di 11 persone era rimasto bloccato a Campo Imperatore dalle ore 12:00 di lunedì 23 dicembre fino alle 11:00 di mercoledì 25 dicembre, trascorrendo in quota anche la Vigilia di Natale.
Le difficoltà erano legate a raffiche di vento superiori ai 140 km/h, temperature glaciali che hanno toccato i -9,5°C e una visibilità quasi nulla causata da neve e nebbia. Questo scenario ha reso impossibile il funzionamento della funivia fino a un breve intervallo di vento debole, che ha finalmente permesso il rientro dei soccorritori.
Preparazione e resilienza in alta quota
“Quando ci è stato comunicato che saremmo rimasti bloccati qui su, ci siamo subito organizzati per gestire la situazione in serenità,” ha raccontato Giusy, responsabile dell’ostello di Campo Imperatore, a Fanpage.it. “Essendo un ostello di montagna, siamo preparati per le emergenze: abbiamo tutte le scorte alimentari necessarie per affrontare un’altra settimana, se necessario,” ha rassicurato.
Gli alpinisti dispersi e l’attesa di condizioni migliori
Le ricerche dei due alpinisti dispersi, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, originari di Santarcangelo di Romagna, rimangono sospese. I due sono bloccati da domenica pomeriggio in un canalone del Gran Sasso, dopo essere scivolati verso la Valle dell’Inferno mentre scendevano dalla Direttissima del Corno Grande. Sono stati loro stessi a dare l’allarme e a farsi localizzare, ma il peggioramento delle condizioni meteo ha costretto i soccorritori a interrompere le operazioni di recupero lunedì a mezzogiorno.
Il Soccorso Alpino ha confermato che le ricerche riprenderanno solo quando le condizioni meteorologiche lo consentiranno. Attualmente, le raffiche di vento e la neve rendono troppo rischiosa qualsiasi ulteriore azione.
Un Natale di solidarietà e speranza
La vicenda ha attirato l’attenzione di tutta la comunità degli appassionati di montagna, sottolineando l’importanza della preparazione e del supporto reciproco in situazioni estreme. I soccorritori, pur bloccati, non hanno mai perso la determinazione, e la speranza rimane alta affinché le ricerche possano riprendere al più presto e con esito positivo.
La storia degli alpinisti dispersi è un promemoria delle insidie che la montagna può nascondere, ma anche della forza e dell’organizzazione di chi lavora per garantire la sicurezza di chi sceglie di affrontarla.